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Allattamento e contatto nella diade madre-bambino.



Per fare il latte della mamma per prima cosa ci vuole una mamma. Ci vuole un letto con tanti cuscini per le lunghe notti e dell’acqua se alla mamma viene sete. Un papà o una nonna che aiutino in casa e sorrisi che dicano: “Dai mamma che ce la fai!”. ‍
Amelia Tipaldi e Carlotta Passarini Come si fa il latte della mamma? Il leone verde PICCOLI editore.




Ormai conosciamo i benefici dell'allattamento esclusivo al seno sul corretto sviluppo del bambino e sulla prevenzione di numerose malattie come da tempo è confermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L'OMS raccomanda l'allattamento al seno in maniera esclusiva fino al compimento del sesto mese di vita e indica utile che il latte materno rimanga la scelta prioritaria anche dopo l’inserimento di alimenti complementari, fino ai due anni di vita ed oltre, o comunque finché mamma e bambino lo desiderino. Durante il mio lavoro ho ascoltato tantissime mamme parlare di allattamento. Mamme che non sono riuscite ad allattare, mamme che allattano a richiesta da due anni, mamme che allattano secondo certe indicazioni a orari fissi e con tempi stabiliti, mamme che hanno allattato “solo il tempo necessario”, per poi passare al latte artificiale al rientro a lavoro dalla maternità, mamme che vorrebbero allattare fino al termine, mamme che vorrebbero smettere di allattare. Bene vi dirò tutte, ma proprio tutte queste mamme sono arrivate da me già cariche di consigli, giudizi e pregiudizi sul tema allattamento al seno !


Per cominciare a parlare di allattamento dobbiamo fare chiarezza.

Prima di tutto dentro noi stesse, perché è nella diade madre-bambino che si origina l’allattamento al seno, un allattamento che non riguarda solo il nutrire ma che è prima di tutto una relazione unica ed irripetibile. Quindi non ne esiste una, fotocopia dell’altra, ma è una esperienza del tutto personale. Sono tante le cose che possono facilitare o ostacolare il successo di questa relazione, ma se volete allattare al seno i vostri figli dovete sapere che: Allattare è un atto d'amore meraviglioso, un gesto naturale, ma non è una passeggiata. Quando sei al corso pre-parto o stai partecipando ad un webinar sulle prime settimane del neonato, dovresti ascoltare o aver ascoltato dire dai professionisti (ostetriche, psicologhe, ginecologhe, pedagogiste, psicomotriciste, consulenti dell’allattamento, doula…) che per allattare esclusivamente al seno è richiesta tanta motivazione, energia e pazienza. Per stimolare la produzione di latte con continuità nel corso dei mesi, la strada è solo una:

Allattare a richiesta. Ma cosa vuol dire? Allattare ogni volta che il bambino lo desidera e lo richiede. Il senso di fame-sazietà è innato e i piccoli se abbiamo fiducia in loro, sono in grado di regolare l'apporto di latte da consumare! E quando qualcuno ti chiederà : -Quanto ti sta attaccata la bambina?- Beh la risposta sarà sempre relativa perché la neonata potrebbe avere solo sete e stare attaccata pochi minuti (soprattutto d'estate!) o aver bisogno di riempire il pancino e “puppare” il tempo che ci vorrà per tirare quelle poche decine di millilitri di latte che per lei equivalgono a ad un pasto. Inoltre, il latte è anche conforto e questo speciale momento nella diade madre-bambino assolve così anche questa importante funzione evolutiva.

Ritornando al corso preparato si potrebbe anche venire informate che guardare l’orologio mentre si allatta, o il cellulare, non favorisce la possibilità di connettersi al "qui ed ora", né di silenziare il sovraffollamento di informazioni, così come avremmo bisogno! Può capitare nei primi mesi, che i piccoli facciano poppate lunghissime: per loro è un lavoro faticoso e non hanno ancora imparato a tirare in fretta, ma non vuol dire che il latte non ci sia! È lasciandoli attaccati a richiesta, che i neonati riescono a "dire" al seno di quanto latte hanno bisogno. Ogni diade mamma-bambino ha la propria storia. nei primi giorni dalla nascita, l’allattamento si origina da quel contatto corporeo che permette a madre e bambino di riconoscersi pur continuando a formare un tutt’uno, nutrendosi di questa relazione.

Non ci saranno solo emozioni facili da accogliere come la gioia profonda quando annusi la pelle del tuo piccolo, arriverà anche la paura, la stanchezza, la tristezza.

Tutte le emozioni che conosci probabilmente ti faranno visita in quelle prime settimane da neo-mamma. Ci saranno tante prime volte da qua in avanti e anche tante cose che iniziano e finiscono nel tempo piuttosto breve, in confronto a tutta una vita, dell’infanzia. Allattare un figlio è una di queste. Allattare significa anche mettere in conto che capiteranno momenti in cui vorresti o dovresti fare mille cose, ma starai lì perché non puoi fare altrimenti; prepararti al fatto che allatterai anche durante i giorni degli scatti di crescita del bimbo e in quei giorni lo dico per esperienza diretta, farai appena in tempo ad andare in bagno, che dovrai trovare tempo anche per farti gli impacchi caldo umidi per evitare fastidiosi ingorghi. Ma soprattutto mentre allatti anche nei momenti in cui sarai assalita dai dubbi, guarderai negli occhi quella meravigliosa creatura e saprai che sei nel posto giusto e che stai facendo la cosa giusta. Allattare è un dono per la vita.


Essere tenuto tra le braccia con amore è il più grande stimolo allo sviluppo, più efficace persino dell'essere allattati. Nelle nelle braccia del caregiver , dove c’è calore si è al sicuro, i muscoli si rilassano ed il respiro si fa più profondo, nello stesso modo accarezzare dolcemente e cullare lievemente scioglie tensioni. La frequenza cardiaca del bambino si sincronizza con quella della mamma: se lei è rilassata e in armonia, lo sarà anche il bambino. Il sistema nervoso della madre comunica con il sistema nervoso del bambino, calmandolo attraverso il tatto.
Sue Gerhard

La psicoterapeuta Sue Gerhard nel suo libro "Perchè si devono amare i bambini" , offre una brillante interpretazione delle più recenti scoperte nel campo delle neuroscienze, della psicologia, della psicoanalisi e della biochimica: le relazioni che stabiliamo con gli altri formano il nostro carattere e l’amore è fondamentale per sviluppare pienamente le competenze sociali.

Se l’allattamento al seno è indubbiamente la scelta migliore per il bambino, va però ricordato che l’allattamento è soprattutto relazione. Quindi rincorrere questo percorso quando ci rende troppo stanche, nervose, insoddisfatte, quando per quanto stiamo cercando di fare, dopo aver chiesto aiuto alle ostetriche, il latte sembra essere scarso e il bambino sempre più nervoso; quando forse non riceviamo il giusto supporto dai familiari, allattare a richiesta diviene un ideale che può farci sentire non all’altezza, incapaci, delle madri non abbastanza brave.


ALT. Se siete entrate o rischiate di entrare in questo loop, fermatevi respirate e ri-centratevi.

Qual è l’obiettivo principale in questo momento? La relazione, ed è la vostra serenità che permette al bambino di percepire armonia di se stesso nel vostro abbraccio. Meglio un allattamento misto, uno con latte artificiale al biberon, se vissuto nella dolcezza e nella gioia della relazione, piuttosto che uno spasmodico affanno per allattare al seno a richiesta quando non ci fa sentire bene con noi stesse.


Allattare è un dono ma non è l’unico che puoi dare a tuo figlio nella relazione e nell’amore incondizionato che provi per lui.


Quando l’allattamento giunge a termine.


Hai deciso di smettere di allattare? Senti che per tuo figlio è arrivato il momento di staccarsi dal seno?

Quando individuerai i tuoi perché e i perché del tuo bambino e deciderai di portare a termine l'allattamento, in un primo passaggio solo interiorizzando la decisione come giusta, potrai sentirti sicura e positiva sulla scelta. Quando nella relazione che sta alla base di un buon allattamento una delle due parti non è più positivamente coinvolta, dobbiamo valutare se interrompere è meglio che proseguire.

Se avrai preso una decisione in piena consapevolezza e responsabilità, questa permetterà a te e al tuo bambino di cominciare una nuova avventura.

Tutti i cambiamenti che affrontiamo insieme ai bambini, richiedono passaggi e non possono essere compiuti senza che gli venga concesso uno spazio ed un tempo. Per questo motivo se sei arrivata quasi alla fine dell'allattamento avrai bisogno di un piano per agevolare il passaggio ad altre abitudini.


1-Quando l’allattamento si riduce o cessa, serviranno momenti extra di affetto, coccole, canzoni, contatto fisico da riscoprire aldilà del seno! Gli albi illustrati a tema allattamento potranno offrire letture condivise da fare abbracciate al bambino!


2-Dare la possibilità al bambino di fare giochi di travaso, in quanto giochi che richiamano il vuoto ed il pieno, la presenza e l'assenza rassicurandolo profondamente e sostenendolo in questo delicato passaggio.


3-Osservare il bambino per leggere una buona predisposizione a questo cambiamento e cominciare una graduale riduzione del numero di poppate.


4-Prepararsi a gestire il probabile pianto e le insistenti richieste che il bimbo potrà mettere in atto.

In questo tu conoscendoti, saprai quali sono i tuoi punti di forza e quali quelli deboli. Se la notte ad esempio pensi di non riuscire a gestire le emozioni tue e di tuo figlio puoi chiedere aiuto. Il padre ha un importante ruolo da giocare in un momento così delicato. Sarebbe possibile per il padre sostenere o alternarsi con la madre nella relazione con il bambino durante i risvegli notturni o nei momenti in cui forse richiederà insistentemente il seno? Non si tratta (come in molti anche professionisti interpretano) di lasciare ad altre cure il bambino sottraendo, contemporaneamente alle sue attenzioni, la tetta e la madre. E’ tutt’altro. Significa che la diade madre-bambino è pronta ad aprirsi un po’ e che il padre ha un’occasione fantastica di supporto e arricchimento a quella relazione così nutriente per il bambino! Qualsiasi sia l’età del bambino a termine del vostro allattamento, dal piccolo di 12 mesi al bambino di tre anni, alternarsi nelle cure, sentirsi intimi e complici nella coppia genitoriale, trovando anche momenti di confronto e conforto, per formare una vera squadra agli occhi del proprio figlio, sarà davvero una carta vincente da giocare!


5-Altra cosa importante le PAROLE: comunicare al bambino anche piccolo la decisione agevola la presa di posizione del genitore e l’accettazione da parte del bambino che potrà integrare il cambiamento. Dovrebbe essere una comunicazione sincera quindi attenzione alle parole. Dire che la tetta non c’è più, non corrisponde alla realtà il bambino non capirà il messaggio. Sarebbe più semplice per lui ascoltare la mamma che dice : il latte non è più disponibile (mentre lo dirai dentro di te sarà tutto chiaro: Il latte non è più disponibile, mamma ha deciso che non ti da più la tetta perché puoi mangiare la pappa e per rassicurarti possiamo farci le coccole e stare vicini senza la prendere il seno). Anche poche parole arrivano al bambino insieme a quello che tu sai essere vero. Quindi si tratta di dire la verità al bambino anche se è piccolo, assumendosi la responsabilità delle scelte prese consapevolmente per aiutarlo a gestire a sua volta, le sue emozioni.


Le EMOZIONI stanno alla base di questo incredibile percorso dell'allattamento, per questo ogni diade mamma-bambino ha la propria storia che merita di essere riconosciuta e valorizzata.

Raccontare questa storia, confrontarsi con altre mamme che stanno allattando, chiedere aiuto ai/alle professionisti/e di riferimento e ricercare finché non troviamo la persona giusta per noi, quella che realmente può sostenerci, è un diritto e un regalo che facciamo a noi e nostro figlio.


Personalmente per i miei due allattamenti al seno a richiesta, che in due età diverse ho portato avanti per circa due anni ciascuno, devo ringraziare una infermiera di cui non ricordo neanche il nome. In una notte di diciannove anni fa, lei interruppe un lavoro a maglia (ricordo che stava facendo un vestitino a tema natalizio per la nipote ), per aiutarmi ad attaccare al seno la mia primogenita. Era nata con un cesareo urgente, non programmato, eravamo in ospedale da tre giorni ed io non ero ancora riuscita nell'intento di darle il mio latte. Poche gocce (ma preziosissime) di colostro, niente più. Mi sentivo a disagio avevo paura di non riuscire a nutrirla così come non ero riuscita a metterla al mondo con quel parto naturale, rimasto un sogno nel cassetto. Finalmente avevo il latte, il seno gonfio e dolente ma la piccolina non succhiava e continuava a piangere, rossa in volto. Bene questo angelo di infermiera arrivò con dolci parole di conforto per poi mostrarmi come tenere la bimba, come offrirle il seno, come si doveva attaccare, le girò leggermente il volto e magicamente Alma cominciò a puppare ed il latte a defluire in modo così naturale, che non ho più avuto un dubbio (neanche con la seconda figlia) sul come fare, perché tutto divenne semplice: sapevo allattare, ne ero capace!


Sembra incredibile ma in un mondo così evoluto è possibile allontanarci da quelle che sono le nostre competenze di base, naturali per tutti i mammiferi di questa Terra. E sarà solo nella fiducia del nostro sentire, dimenticando tutto il resto, silenziando sensi di colpa e giudizi interni od esterni, restando connessi con le nostre emozioni e quelle del nostro bambino, che vivremo pienamente l'allattamento come una esperienza di nutrimento e contatto profondo con noi stesse e i nostri figli.







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